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Lodigiani, Toni,
DenominazioneCorte La Tedolda - Motteggiana
Altre denominazioni
Tipologiacomplessi di ville o corti rurali
ComuneMotteggiana
LocalitàVilla Saviola
Indicazioni viabilisticheStrada Argine Po, 46. 46020 Motteggiana
Mappa
GeoreferenziazioneEst: 1644645.3324, Nord: 4988799.9496, Quota s.l.m: 0 mt
Diocesi
Descrizione
La corte detta “La Tedolda” è uno degli esempi più raffinati di architettura rurale di fine Settecento. La scarsa manomissione dell’intero complesso la rende un modello tipologico di riferimento. Il suo nome deriva dal possesso della famiglia Tedoldi, probabilmente primi conduttori per conto del monastero di San Benedetto, successivamente diretti proprietari di queste terre. I Tedoldi sono infatti già segnalati in zona nel 1550 in una “permutatio” tra il Monastero di San Benedetto e “Bartolomues de Tedoldis”. Nel 1631 Benedetto Tedoldi è destinatario di una “renuncia” del monastero. Da qui si intuisce che ”Tedolda” era il nome della possessione e della corte ancora prima della costruzione della struttura attuale. Quest’ultima, avendo caratteristiche stilistiche riconducibili alla fine del XVIII sec., è stata con ogni probabilità commissionata dai Garofoli, successivi proprietari delle terre. L’edificio attuale si sviluppa su due blocchi distinti, leggermente intervallati tra di loro. Il primo, parallelo al vicino argine del Po, è composto in successione dalla casa padronale, dalla casa del fattore, da quella dei salariati e dalla stalla- fienile. Da questa disposizione si intuisce la gerarchia sociale degli abitatori della corte e la subordinazione dei salariati, distanti logisticamente dalla palazzina padronale. La parte di edificio a loro destinata era costruita con forma architettonica e materiali più dimessi. Il secondo corpo, disposto a squadre rispetto al primo, è composto da un rustico, una barchessa porticata e dalla torre colombaia. Quest’ultima rappresenterebbe un residuo delle strutture pre-settecentesche della Tedolda. La casa padronale, in stile classico, ha ambienti simmetricamente distribuiti e dettagli ornamentali tardosettecenteschi immediatamente riconoscibili che ingentiliscono la struttura. Ne sono un esempio i due portali d’ingresso con ghiera dell’arco e preditti in rilievo, gli oculi polilobati del granaio, la cornice sottogronda riccamente modanata, i grandi camini alla veneta, il campaniletto a vela con la sua campanella. Elemento caratteristico purtroppo scomparso era la presenza di inferriate a voluta in ferro battuto nelle finestre del piano terra. Significative anche le decorazioni nella stalla e nella barchessa: lesene addossate ai pilastri del porticato che si uniscono alle ghiere degli archi e ad un architrave in rilievo. Il muro posteriore della stalla è ritmato da lesene sporgenti e da finestrelle quadrate in doppia serie che si aprono negli intervalli di parete liscia. Sulla testata della stalla-fienile si apre anche un rosone.
Elementi del complessoCasa padronale. Casa del fattore. Casa dei salariati. Stalla-fienile. Rustico. Barchessa porticata. Torre colombaia.
CronologiaFine XVIII sec
Materiale e tecniche di costruzioneLaterizio, muratura, legno
Ambito culturaleArchitettura rurale settecentesca
Legami storico-culturaliCorti rurali mantovane. Tedoldi. Monastero di San Benedetto.
ConservazioneStato di conservazione: buono
Progetti
Condizione giuridicaproprietò privata
BibliografiaFra Po e Zara : storia del territorio e delle corti di Motteggiana / Carlo Parmigiani
C. Parmigiani, "Fra Po e Zara. Storia del territorio e delle corti di Motteggiana", Mantova (2005)
Sitografiawww.lombardiabeniculturali.it
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Aggiornata al20/12/2012
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